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domenica 4 maggio 2014

Affresco




 L'AFFRESCO







Quando un visitatore entra nella Cappella Sistina, guarda in alto, rimane sbalordito nel vedere un capolavoro (Giudizio Universale) realizzato dall' artista fiorentino Michelangelo Buonarotti tra il 1536 e il 1541 per una serie di motivi.
Il visitatore si chiede: "Come ha fatto Michelangelo a realizzare un'opera del genere? Che tecnica pittorica ha utilizzato? E soprattutto qual'è il procedimento utilizzato?"
Ebbene! Si tratta della tecnica dell'affresco, una tecnica molto antica utilizzata nell'epoca antica in particolare dagli etruschi e dai romani, mentre sono rari gli affreschi risalenti all'epoca greca. Questa tecnica viene utilizzata anche nel periodo paleo-cristiana per le catacombe e nel periodo medioevale per affrescare le pareti della chiesa, ma la sua maggiore diffusione si ebbe nel Rinascimentofino a quando non verrà più utilizzata nel XVII e nel XVIII.

Per comprendere il procedimento dell'affresco, in epoca medioevale, bisogna tenere in mente questi tre semplici elementi:
  1. Supporto;
  2. Intonaco;
  3. Colore;

Arriccio

Il supporto, di pietra o di mattoni è il procedimento precedente all' intonacatura e dev'essere secco e senza dislivelli cioè perfettamente liscia.
Prima di procedere con l'intonaco bisogna passare una prima mano di intonaco chiamato arriccio che è un intonaco grezzo o ruvido composto da calcia spenta(calce abrasiva conservata in polvere con l'aggiunta di acqua) ricordando il suo compsto chimico: Ca(OH)2
Successivamente sull'arriccio si stende la sinopia, una terra rossa utilizzata per la prima stesura del disegno. Poi si passa l'intonaco fino o tonachino, composto da sabbia, polvere di pietra, calce ed acqua. Dalla composizione di acqua e calce forma il Carbonato di Calcio (CaCo3) che permette all'intonaco di impregnarsi in un fenomeno della quale non permette di dipingere a secco. Il motivo per cui vengono inserite la sabbia e la polvere di pietra è per far aderire la calce spenta alla parete.


                                                                                                 
                                                                                                          

La sinopia

E infine, l'artista procede alla pittura quando l'intonaco è ancora umido, e da qui il nome di a fresco.
Cennino Cennini (1370-1440) nel suo libro: Il Libro dell'Arte dedica una parte dedicata alle caratteristiche di ogni singolo pigmento (sostanze coloranti nello stato solidi e insolubili nell'acqua) consigliati o sconsigliati nell'uso della pittura a fresco come l'Azzurrite, il Bianco di San Giovanni e l'Indaco che rientrano nella categoria dei consigliati, mentre in quella dei sconsigliati la Biacca, il Cinabro (Vermiglione) e Zafferano.

Questo libro sarà d'aiuto per i futuri artisti che si trovano per la prima volta davanti alla realizzazione di un semplice affresco, perchè era difficoltoso per un qualsiasi artista capire quale sarà la tonalità effettiva del colore, in quanto l'intonaco bagnato rende le tinte più chiare, mentre la calce tende a renderli più scure. Gli artisti risolsero questo problema facendo delle prove su pietra pomice o su unfoglio di carta fatto ascuigare tramite aria o vento di scirocco. E i risultati delle prove si trovano nel libro appena citato

Per realizzare l'affresco esistono tre tipologie:

                                                                                                                


                                                                                    Intonaco e dipinto



  • Pittura a pontate: Utilizzata nel periodo pre-giottesco, l'affresco viene condotto rapidamente e questa tecnica prevedeva il frequente spostamento delle impalcature, e perciò per "pontata" si intende quella porzione di parete decorata corrispondente allo spazio occupato dall'impalcatura;

    1. Pittura a giornata: L'artista ricopre la sinopia con il tonachino solo quella parte che riteneva di dipingere in una sola giornata ponendosi il problema della differenza di giornate in quanto deve capire la velocità di assorbimento solitamente in tre ore che dipendeva dalle giornate; 
    2. Pittura a mezzo fresco: L'artista dipinge una parte del lavoro a fresco e aggiunge le altri parti successivamente. 
    C'è da aggiungere che i procedimenti dell'affresco variano a seconda del periodo in cui l'artista viveva.

    Eccovi una tabella riassuntiva sui pigmenti consigliati da Cennini nel suo libro:





                                         

    Link foto: 



    • uiafirenze.it
    • wikipedia.org
    • lanazione.it 

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